giovedì 21 maggio 2015

Albero a colori o i Colori in un Albero !

I COLORI IN UN ALBERO
Esiste un albero particolare che sembra dipinto da un pittore. La mano di questo pittore è la natura stessa che ha creato uno spettacolo meraviglioso. Questo albero è chiamato "Eucalipto Arcobaleno” o “Rainbow Tree". Si tratta di un gigantesco albero, il cui habitat naturale è la foresta pluviale di Maui (nelle Hawaii), ma si trova anche nelle Filippine e in Indonesia. Il nome gli deriva dalla sua stravagante particolarità, cioè i colori mutevoli che riv...estono il suo tronco. Mentre cresce, la corteccia si sfalda in maniera naturale, portando alla luce fantastici colori. Quando si stacca un pezzo di corteccia, vengono fuori dei colori sorprendenti, che vanno dal verde di quando è giovane, al giallo, all'arancione, al viola, al rosso porpora e al blu, mutando durante la crescita. La chioma è soffice e formata da fiori bianchi. L'Eucalipto Arcobaleno è un albero stupendo, esposto in pieno sole e con molta acqua a disposizione, cresce rapidamente e raggiunge 70 metri di altezza con un diametro del tronco di oltre 2 metri. La bellezza di questi colori così solari e brillanti dei tronchi dell’Eucalipto Arcobaleno incanta e fa di quest’albero una rara meraviglia naturale.
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lunedì 30 marzo 2015

A Gerusalemme, sulla collina del Gestemani, per potare gli olivi più famosi al mondo

Un racconto affascinante e coinvolgente senza tralasciare paure, riflessioni ed emozioni. La potatura di quegli olivi non è un lavoro come un altro: “iniziai a girare intorno all'olivo, quasi a chiedergli il permesso a intervenire.” Tra un mosaico bizantino e lo sguardo che si perde verso la cupola d'oro                       
E' vero, può essere questione di destino, di incastri perfetti tra tempi e spazi, ma quando si impara ad ascoltarsi e a seguire quello che abbiamo dentro certe casualità sono il frutto di un seme che getti tu.
La mia passione per la natura è in me da sempre.
Ho iniziato piantando frutti, coltivando l'orto e potando gli olivi con il mio caro nonno. E' da quel dì che ho portato avanti questa “tradizione” fino a farla diventare una professione.
Poto gli olivi da una vita ma quando ho ricevuto quella telefonata che mi proponeva un intervento nel romitaggio dei Getsemani ho avuto la sensazione di non aver mai potato. E in effetti era così. Toccare gli olivi dei Getsemani era una cosa diversa.
Con onore ed entusiasmo ho accettato quella proposta destinata ad essere conservata indelebile nella mia memoria e nel mio percorso formativo.
Gerusalemme mi ha accolto con un cielo azzurrissimo e un temperatura da primavera inoltrata, nonostante fosse ancora inverno.
Sembrerà poi un paradosso, data la situazione politica di quella terra, ma posso assicurare che l'aria che si avverte lì è di tranquillità e pace.
Ero già molto emozionato quando sono stato accompagnato in quello che sarebe stato il mio alloggio, vicino a Betlemme. Eravamo vicini a Natale, lascio quindi immaginare la magia che regalava ogni angolo di quel luogo.
Il giorno successivo è iniziata la mia avventura. La sensazione di pace e tranquillità che avevo avvertito inizialmente ha lasciato spazio a un momento di incredulità e sgomento. Due ore prima un'attentato in un Sinagoga aveva fatto una decina di morti. La conseguenza fu continui controlli e posti di blocco a ogni chilometro.
Finalmente siamo arrivati ai Gestemani, che la tradizione tramanda come l'orto in cui Gesù si appartava per pregare. E' stato allora che mi hanno presentato i famosi olivi: piante bellissime, alcune con il tronco quasi fossilizzato. L'occhio è andato a cadermi proprio su uno di questi tronchi. Emetteva ancora polloni, chiaro segno di voglia di resistenza e di vita.
Nasce spontaneo il desiderio di stare lì, di fronte a loro, tutto il giorno, in contemplazione. Impossibile data la grande confusione turistica.
Poco dopo ci siamo mossi verso il Romitaggio.
Pur essendo proprio a ridosso dell'orto, sembrava di essere in un altro luogo. Man mano che salivo le voci dei visitatori si facevano lontane e il silenzio prevaleva sempre di più.
Là, ad accogliermi, c'era Fra Diego, un giovane francescano molto intelligente, pragmatico e dalle spiccate doti organizzative, oltre che umane. Dopo una breve descrizione del luogo mi ha consegnato gli arnesi da lavoro, non fra i più adatti a trattare queste piante storiche. Ma il convento passava questo... nel vero senso della parola.
Una volta solo davanti agli olivi sono cominciate le mie preoccupazioni. Si notavano infatti evidenti errori di precedenti interventi. Sono partito dunque immediatamente con la sega, trovandomi però stranamente bloccato. Come taglio? Mi sono chiesto.
La cupola d'oro che vedevo davanti a me mi ricordava di non essere in un'oliveta come le altre.
La basilica che avevo a fianco mi urlava che non ero in una fattoria.
I miei pensieri allora? “E ora? Taglio o non taglio? Lascio il seghetto, meglio le forbici, forse faccio meno danno.”
Iniziai a girare intorno all'olivo, quasi a chiedergli il permesso a intervenire. Poi cominciai a potare. Sistemai il primo olivo in un tempo “record” (due ore e mezzo) ma non mi sentivo soddisfatto.
La seconda pianta aveva ancora delle olive, che mi hanno invitato ad un assaggio e a un confronto con le nostre di Toscana. Un sapore dolce ma anche, in qualche modo più marcato, quasi fossero state cotte al forno.
Dopo questo primo impatto la potatura iniziò a procedere più spedita, con la media di un'ora a pianta. D'altra parte non potevo rischiare una brutta figura e sapevo bene che i giudizi sul mio operato non sarebbero mancati.
Mentre portavo avanti il mio lavoro, riflettevo sulla grande opportunità capitatami: potare gli olivi più famosi al mondo.
Senza voler sconfinare nel religioso debbo ammettere, senza voler condizionare nessuno, che lì si respira un'aria davvero particolare.
Così si è conclusa la mia prima giornata ai Gestemani, con lo sguardo che mi è caduto su un mosaico bizantino rinvenuto proprio a ridosso della pianta che stavo potando. Tra un colpo di forbici e qualche pensiero il sole è calato su Gerusalemme. Impressionanti i raggi riflessi sulla cupola d'oro accompagnati dai rintocchi a festa di una campana lontana. E in sottofondo, il canto del Muezzin che echeggiava nella valle del Cedron.
di Marco Peruzzi
pubblicato il 27 marzo 2015 in Racconti > Fuori dal coro

lunedì 10 novembre 2014

L'Ulivo della Chiesa



 L'ulivo della Chiesa, così chiamato perchè dalle sue olive si ricava l'olio che brucia nelle lampade votive. Uno dei più grandi e vecchi ulivi del Salento , situato in quella che una volta era La Foresta Belvedere , nel suo tronco cavo trovano ospitalità sino a cinque persone adulte.

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sabato 6 settembre 2014

Puglia = Terra degli Ulivi e...!!!


da secoli la Puglia deve la sua bellezze a queste sculture naturali. Ne sono stati censiti 40 milioni di cui 15 milioni ultra centenari.
 
Grandi alberi di ulivo che da centinaia di anni occupano la rossa terra, muretti a secco che corrono lungo le vie d’accesso, antiche masserie le cui bianche mura si stagliano nell’azzurro del cielo. È questa la Puglia, il tacco d’Italia, la principale regione per numero di alberi d’olivo e produzione d’olio. .
L’olio d’oliva è un elemento di produzione distintivo che contraddistingue tutti i Paesi che si affacciano nell’area del bacino mediterraneo. Prima i Fenici diffusero tale coltura nel Mediterraneo, fu poi la volta dei Greci che coltivarono l’Olea europea sativa, e in seguito i Romani, che contribuirono alla espansione della coltura dell’olivo in tutti i territori allora conquistati dall’Impero.
Quest’azione trova conferma nella coltivazione dell’olivo che è diventata più che millenaria, identificando, insieme all’olio ed ad altri beni di origine mediterranea, una propria identità alimentare e sociale, tale da divenire famosa in tutto il mondo come “dieta mediterranea”.
L’olivicoltura rappresenta per la Puglia un comparto strategico nel panorama economico e agricolo regionale. Una tradizione millenaria è alle spalle dell’olivicoltura pugliese: i 1200 frantoi situati in Puglia sono attrezzati alla molitura del frutto delle piante di olivo che occupano una superficie di circa 370.000 Ha. L’olivicoltura pugliese è caratterizzata da una vasta gamma di varietà, si arriva a contarne circa 53.
 
Dunque Puglia uguale terra Sovrana per la coltivazione dell’olivo, che caratterizza in maniera determinante il paesaggio agrario e rurale e condiziona in alcuni casi anche gli orientamenti produttivi ed insediativi della Regione. In effetti, su circa 40 milioni di alberi di olivo censiti, ben 15 milioni sono da annoverare tra gli olivi secolari, : quegli stessi olivi che colpiscono il viaggiatore che giunge per la prima volta in Puglia, con la loro maestosità, con quei loro tronchi che sembrano delle sculture ipnotizzano lo sguardo e annullano il tempo.
 
 
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E poi il mare è una visione ancora più sorprendente quando si fa scorgere fra le argentee chiome degli ulivi. In quei momenti, gli alberi, il cielo e lo sguardo di chi osserva è come fossero regolati da un unico respiro.
Pur stando dentro la natura si ha come l’impressione di stare “fuori dal mondo”. In Puglia è la luce a compattare l’insieme, in estate come in inverno. E’ una luce vibrante, limpida, che insieme al vento, gioca con le foglie degli ulivi, verdi sopra ed argentee sotto. Una luce che colpisce tutti coloro che vengono in Puglia per la prima volta e scoprono come, persino negli angoli più bui all’interno delle case e delle chiese, la luce rimbalzando tra i muri di calce, i vetri e gli specchi, infiltrandosi tra le fessure di pietra, arrivi sempre ad illuminare anche l’ombra


 
Ulivi
Una legge ne proibisce l'abbattimento ma negli ultimi anni un nuovo business sta privando la nostra regione delle sue secolari ricchezze
 
Purtroppo negli ultimi anni si assiste ad un nuovo business: l'espianto e la vendita degli ulivi secolari che si acquistano, spendendo dai 2 a 8-10 mila euro a pianta, per arredare i giardini del nord Italia e dell'Europa centrale.
Ciò avviene nonostante le normative vigenti che tutelano queste piante: una vecchia legge emanata da Umberto II è il decreto legislativo luogotenenziale "Divieto di abbattimento di alberi d'olivo" del luglio 1945.
In forza di questa norma per decenni gli ulivi, che costituiscono un elemento così importante del paesaggio di alcune zone del nostro Paese (solo in Puglia interessano una buona parte dei 360 mila ettari olivetani e delle 60 milioni di piante presenti), sono stati protetti. Ma oggi gli imprenditori agricoli, stremati dai scarsi ricavi e dalla forte concorrenza di altri paesi del bacino mediterraneo produttori di olio, preferiscono disfarsene..  
Come si può essere competitivi se, a fronte di una produzione scarsa ed alternante ed un continuo aumento dei costi di produzione, non corrisponde un prezzo di mercato soddisfacente?
 
Mario Rizzo :Ulivo secolare di Puglia, olio su tela cm80X110
 
Allora meglio consumare olio locale, quello del contadino della porta accanto. Oppure, se si vuole acquistarlo al supermercato, optare per gli oli "Dop" (Denominazione d'origine protetta), che sono prodotti esclusivamente con olive di provenienza nazionale e non contengono oli di incerta provenienza e che, nella maggior parte dei casi, sono extravergini solo in virtù di un processo di rettificazione. Inoltre, quando le piante di olivo secolari non prendono la "via del Nord", possono comunque essere destinate a morire a causa della cementificazione: un'immagine che sempre più spesso è possibile vedere nelle periferie (pugliesi ma non solo), un tempo floride campagne, ed oggi aree ingurgitate dalla città a causa dallo sviluppo dell'urbanizzazione.
Gli ulivi non si possono estirpare? Allora rimangono lì ad essere soffocati dal cemento, spogliati ed umiliati con una potatura estrema, che li priva della facoltà di produrre. E li rende inutili. I giganti delle campagne rimangono con poche sparute foglie; spesso poi vengono spostati di poche centinaia di metri. E qui lo scempio si fa ancora più grande. Ulivi secolari piantati vicini e a file neanche fossero filari di carciofo… magari in compagnia di qualche abete, giunto per caso lì dopo i gloriosi fasti natalizi.
 L'ulivo di Puglia è un patrimonio dell'umanità: salviamolo!
di Marco Argentieri
 
 

Alberi! Ulivo creatura vegetale e misteriosa!

 
 

Non esiste creatura vegetale più bella e misteriosa dell’albero d’ulivo.
L’ulivo non ha la fierezza della quercia, albero maestoso che si erge alto fino a quasi toccare il cielo, non ce l’ha, “l’albero dell’olio” è tozzo, basso, spesso deforme, eppure una cosa lo accomuna “all’albero di roccia”, si tratta della forza.
I due alberi la esprimono sicuramente in modo diverso l’uno dall’altro, ma quel vigore è presente in entrambi i vegetali ed è ciò che rende entrambi resistenti allo scorrere dei secoli.
In effetti, ad uno sguardo sfuggente la forza dell’ulivo non è affatto  evidente, spesso il suo fusto è profondamente scavato, presenta larghi    squarci al suo interno e la sua posizione è talmente contorta da far credere che da li a poco il suo tronco potrebbe cedere alla forza del vento.
Eppur non cede e le sue radici rimangono aggrappate saldamente alla terra da cui è nato, con ostinazione, per secoli, addirittura millenni.
Ma l’albero d’ulivo ha un’altra caratteristica assente negli altri vegetali, questa pianta, che cresce rigogliosa in mezzo alle pietre e spesso in situazioni climatiche difficili, ha un “qualcosa” che la accomuna agli esseri umani.
Infatti, proprio come gli esseri umani, ogni pianta d’ulivo è diversa dall’altra, ognuna è facilmente riconoscibile perché dotata di qualche “segno particolare” e poi, esattamente come noi, la pianta d’ulivo dimostra tutta la sua vecchiaia: con il passare degli anni si incurva, si spacca, si contorce su se stessa nel tentativo di “resistere”, al vento, al sole, a tutte le fatiche della vita.
Anche i suoi frutti non hanno lo stesso sapore, dipende dagli anni, dal suo umore, forse da come ha “vissuto” sulla sua corteccia il tempo passato dall’ultima raccolta, ed è per questo che a volte le sue olive sono più acide, altre volte invece dolci come il miele e profumate.
Ogni albero è una scultura, osservando le pieghe del suo legno è facile risalire alla sua età e comprendere chiaramente le fatiche di cui si è fatto carico.
Sarà per questo che le storie del Vangelo ci raccontano di Gesù che scelse proprio l’ombra di un ulivo per la sua ultima preghiera prima del tradimento di Giuda, ed è forse per questo che al vecchio Noè fu mostrato proprio un albero d’ulivo per fargli sapere che la vita stava tornando sulla terra dopo il diluvio universale che aveva distrutto ogni cosa del creato.
Forse semplicemente l’albero d’ulivo è citato tanto spesso soltanto perché da sempre presente in quelle terre d’oriente così martoriate.
Se questa pianta avesse occhi e bocca chissà quanto potrebbe raccontarci, ed ancora oggi chissà cosa direbbe di questa guerra, costretto com’è dalle sue radici ostinate ad essere spettatore impassibile ed impotente, proprio come noi occidentali, di spettacoli di morte?
Saranno dolci o amari i frutti che gli ulivi di Gerusalemme ci doneranno quest’anno?
Proseguendo nella lettura troverete alcune mie foto di alberi d’ulivo, cliccare come sempre sulle immagini per ingrandirle:
http://www.doxaliber.it/
Donaxliber di Salvatore Ingrosso
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sabato 14 giugno 2014

"Titani " Olivi monumentali del Salento di Roberto Gennaio


 

Ecco la seconda uscita dei Titani di Roberto Gennaio, gli Amici dell'Ulivo sono orgogliosi di averne una copia. In copertina possiamo riconoscere il monumentale ulivo di Felline che in questi mesi ha raggiunto una notevole notorietà in tutto il mondo e all'interno altrettante straordinarie creature del nostri bel Salento.

Ecco la seconda uscita dei Titani di Roberto Gennaio, gli Amici dell'Ulivo sono orgogliosi di averne una copia. In copertina possiamo riconoscere il monumentale ulivo di Felline che in questi mesi ha raggiunto una notevole notorietà in tutto il mondo e all'interno altrettante straordinarie creature del nostri bel Salento.
li sono orgogliosi di averne una copia. In copertina possiamo riconoscere il monumentale ulivo di Felline che in questi mesi ha raggiunto una notevole notorietà in tutto il mondo e all'interno altrettante straordinarie creature del nostri bel Salento.
Roberto Gennaio Amo questa terra e le sue creature...in particolare gli olivi ognuno unico nella forma diventa opera irripetibile della natura. Ci sono stati donati x essere contemplati e sono li anche da 2000 anni...possenti con trochi titanici che sorreggono enormi chiome....con questa II edizione forte del successo riscosso dalla precedente cerco di dare voce a questo muti testimoni del tempo...li porto a Voi perché Voi possiate andare a trovarli...troverete pace armonia e capirete l importanza della TUTELA di questo nostro ricco patrimonio arboreo....!!!

Mario Rizzo sono d'accordo e condivido il tuo pensiero! come sempre condividerò la tua pubblicazione interessantissima sulla mia pagina di https://www.facebook.com/pages/MR-Ulivoformerughegrovigli/387017894668455 e sul mio blog ,http//:www.ulivoformerughegrovigli.blogspot.com Grazie Roberto !
 

venerdì 13 giugno 2014

Al fuoco! gli Ulivi millenari bruciano!!





Ogni anno la stessa storia  è quanto accade agli ulivi  millenari di Puglia,qui ci troviamo nel  bellissimo Salento nella  zona di Alliste(LE). Fà molto male al cuore,vedere questi ulivi millenari,distrutti dal fuoco per mano di un incosciente ,insensibile,ignorante di un essere ignobile che non ha  cuore e quant'altro.

 
 






foto web: Roberto Gennaro e di Barbara  Ferocino




https://www.facebook.com/photo.php?fbid=579060728880730&set=pcb.579061118880691&type=1&theater

giovedì 29 maggio 2014

Ulivo"Titano" Il Gigante di Felline (LE)

Roberto Gennaio...!Scopro proprio da FB che il nostro olivo Titano, il Gigante di Felline (LE), che avevo proposto per partecipare al concorso "Eleggi l'albero dell'anno " indetto da questo Gruppo FB Amici degli Alberi, è diventato una star e la sua popolarità è in continua crescita. .pensate che ha fino ad esso avuto più di 74500 condivisioni !!!!
Questo è il modo x far conoscere il nostro patrimonio botanico irripetibile, il paesaggio degli olivi monumentali del Salento...condividete e fate condividere, diamo voce a questi muti testimoni del tempo... chiediamo all' UNESCO di dichiararli PATRIMONIO DELL'UMANITA' !!

Roberto Gennaio
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10202840765357911&set=pb.1164808019.-2207520000.1401398070.&type=3&theater
 

lunedì 26 maggio 2014

"Ulivo"Il grande vecchio della Masseria Brancati di Ostuni.

Foto: Il grande vecchio della Masseria Brancati di Ostuni.
 Questo bellissimo esemplare è veramente uno degli olivi più vecchi del Mediterraneo ( e quindi del Mondo ). Si pensa possa aver superato i 3000 anni di vita, si è piegato a 90°, si è attorcigliato su se stesso più volte. Dell'enorme tronco di una volta non rimane che una parte di scheletro. E' fuori dal sesto d'impianto romano e questo confermerebbe che è stato coltivato dagli antichi Messapi.
                     
 
                                                       Foto                    Foto: Straordinario Ulivo della Masseria "Il Frantoio" in Ostuni.                            Foto: Il volto dei secoli
  

domenica 25 maggio 2014

L'ulivo più antico del Colosseo!

ulivo più antico
Si trova a Borgagne, nella campagna salentina, uno dei dieci alberi più vecchi d'Italia. Questo almeno secondo la singolare classifica pubblicata dal Corriere della Sera, in occasione della richiesta di alcuni di rendere tali spettacoli naturali, parte del patrimonio UNESCO..
Pensate che l'ulivo nella foto è più antico del Colosseo !!

sabato 24 maggio 2014

Ulivi decapitati sulla Vaste Cocumola

1-ulivi prima della capitozzatura degli ulivi
 
La denuncia di cittadini e legambiente
Ancora una volta sono gli alberi le vittime sacrificali dello “sviluppo” del nostro territorio.
Questa volta a pagarne le spese sono gli ulivi che presenti lungo la strada che collega Cocumola con Vaste. E’ stato battezzato il cimitero degli Olivi da un gruppo spontaneo di cittadini ed il circolo Legambiente di Otranto, promotori di un’iniziativa contro la “capitozzatura” degli ulivi.
L’operazione di capitozzatura di questi alberi risponde ad una finalità di “cambio colturale”, per favorire l’innesto di altre varietà di ulivo e sarebbe stata autorizzata dall’Ispettorato Agrario Provinciale, previa relazione di un agronomo.
Gli attivisti denunciano, attraverso un comunicato, una serie di paradossi. Innanzitutto, citando la legge n. 144 del 1951 che vieta l’abbattimento degli alberi di olivo, si chiedono come possa vietarsi l’espianto degli alberi e autorizzarsi la capitozzatura in tronco.
In secondo luogo denunciano che, mentre i Gruppi di Azione Locale (GAL)  «invitano i proprietari di degli oliveti secolari ad aderire e a richiedere la potatura gratuita degli alberi di olivo in modo da non deturpare con potature scellerate le chiome e la vitalità di questi alberi, altrove si “autorizzano” simili scempi, capitozzature che cancellano il paesaggio agrario salentino in nome di una fantomatica conversione “colturale”!»
2-ulivi dopo la capitozzatura

La preoccupazione degli attivisti inoltre riguarda la possibilità che la pratica della capitozzatura possa diffondersi, deturpando l’ambiente e snaturando la vegetazione. Il comunicato chiama in causa anche gli agronomi locali:  «agronomi, è mai possibile che non vi siate mai, assieme al vostro ordine, rivoltati contro questa barbarie e cercato di arrestare questo massacro contro il patrimonio olivicolo e arboreo? Ma quale tutela del paesaggio agrario!!! A questo punto se tutti gli olivetti dovessero subire quella pratica di conversione “colturale”, ci troveremmo di fronte ad una barbarie autorizzata».Viene ricordato programma LIFE adottato dalla Commissione Europea nel 2010, coordinato dalla Direzione Generale dell’Ambiente, con cui si propone di favorire la diffusione delle  «buone prassi ambientali tra gli olivicoltori, per ridurre al minimo l’impatto negativo sull’ambiente, per minimizzare l’erosione del suolo, il consumo delle risorse idriche, evitare la desertificazione, limitare l’inquinamento della falda idrica a causa di fertilizzanti e pesticidi, limitare i danni alla biodiversità di questi importanti sistemi agro-forestali che costituiscono le foreste del Salento». E infine commentano:  «altro che buona prassi per una ovicoltura sostenibile ed eco-compatibile! Tra verità e menzogne, tra leggi di tutela, deroghe e varianti di legge, il Salento muore sotto i tagli delle motoseghe».
Marcello Greco
foto di Roberto Gennaio
- See more at: http://www.tagpress.it/ambiente-territorio/il-cimitero-degli-olivi-sulla-vaste-cocumola-la-denuncia-di-cittadini-e-legambiente/#sthash.SIeuQwXR.dpuf


 

mercoledì 19 marzo 2014

Legno vivo (ulivo sito in Masseria Brancati, Ostuni)


Questa immagine mi sta dentro come una malattia, come il fuoco di sant'Antonio: viene e va. Ci siamo ammalati in tanti...
Qui i bambini non ci vengono e i ragazzi si sfidano in prove di coraggio. La sembianza lascia sgomenti. Anche i contadini qualche volta dicono che si è mosso, ma non lo temono, anzi, vengono a mangiare da lui, seduti tra terra e tronco.
Lo chiamano drano o drane. Si tratta del drago-cane, bestie che abitavano la campagna ai tempi dei basilischi. Ora qua e là restano le sembianze degli alberi. Questa per ora è la migliore.
Si dice che più la figura è ben impressa più tempo è passato. Ma può anche essere che l'evento in memoria sia stato tanto forte e “impressionante” da creare una rappresentazione dettagliata in tempi assai brevi.
C'è anche chi dice che sia il comandante degli Ent di questa piana, e che quella sia soltanto la faccia prestata. Comunque sia, pochi sanno vedere la donna crocefissa al suo fianco.




Emilio FranciosoUlivi secolari di Puglia, Giganti del Mediterraneo



martedì 7 gennaio 2014

L'Ulivo antico di S. Emiliano-Bovara Umbria


#Bovara #Umbria #Storie
L'Ulivo di S. Emiliano è legato alle vicende del primo Vescovo di Trevi e al suo martirio avvenuto nell'anno 304 d.C. quando, in seguito all'editto di Diocleziano, fu catturato, legato ad una giovane pianta di ulivo e decapitato.
Quell'Ulivo, di cui si parla anche in un antico codice del IX secolo è ancora vivo e vegeto, ed è visibile a Bovara, in Umbria.
L'ulivo antico di ...ben 1700 anni è un vero monumento arboreo ed è considerato il più vecchio della regione, censito, catalogato e protetto.
Nel corso dei secoli l'ulivo ha ormai perso tutto il cuore del suo tronco e rimane vivo e vegeto grazie all'involucro esterno, scomposto in diversi tronchi disposti circolarmente.
Bellissimo nelle sue forme tortuose, la circonferenza originale del tronco supera l'incredibile misura di nove metri.
Dall'esame genetico risulta appartenere ad una varietà molto affine alla cultivar "Moraiolo" largamente diffusa nella zona e tuttora utilizzata per la produzione dell'eccellente olio DOP della zona.

Coordinate (map datum WGS 84) 33 T 0316142 E- 4747939 N.
Altitudine mt 300

#UmbriaontheBlog

giovedì 5 settembre 2013

Ulivo,la "dieta mediterranea"donata dagli dèi

ft-web
Un ramo d'ulivo :l'olio è alla base della dieta mediterranea e fin dall'antichità è anche simbolo di sacralità. Per gli Egizi era un dono di Iside, dea della fertilità : per gli Ebrei un segno di pace inviato  da Dio agli uomini dopo il Diluvio ;per gli antichi Greci una creazione di Atena, dea della saggezza. In ogni caso , era di origine divina. In Italia arrivò coi coloni greci che si stabilirono in Sicilia in  Puglia e in Calabria: tra i centri a economia olearia più forte, fonti antiche citano Taranto e Sibari. Sacro. A est dell'Adriatico, invece, la città dell'ulivo per eccellenza era Atene. Un mito narrava che essendo in gara due divinità(Poseidone e Atena)per dare il nome alla città. Lui cercò di ingraziarsi gli abitanti creando il cavallo, ma lei vinse offrendo un ulivo. Da allora la pianta fu protetta da leggi severissime ;Aristotele, nella Costituzione degli Ateniesi riferiva: "Se  qualcuno sradicherà o abbatterà un ulivo, sia dello Stato, sarà giudicato dal tribunale e se riconosciuto colpevole verrà punito con la morte". Latino. Ancor più di Atene, però, patrona dell'ulivo fu Roma, che dopo la vittoria contro Cartagine (146 a.C.) promosse la coltivazione della specie in tutte le zone del Mediterraneo.

fonte:Focus,n42/aprile 2010

domenica 5 febbraio 2012

Bari,05/02/2012-CENSIMENTO degli Ulivi Secolari a Mediterre

 
Domenica,05/02/2012,   http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia/pht?
BARI - «Gli ulivi monumentali sono un patrimonio
da tutelare, un elemento storico e naturale caratteristico
 della nostra regione che, però, non deve essere avvertito
 come un vincolo irragionevole dagli operatori
del settore agricolo. Questa sottoscrizione
 è un modo per fare sistema con
 gli agricoltori veri custodi del mondo,
 custodi di una ricchezza a livello nazionale
 e forse europeo».
 Sono le parole dell'assessore regionale alla
 Qualità dell'Ambiente Lorenzo Nicastro 
che durante la giornata conclusiva della settima edizione di
  «Mediterre 2012 - Cantiere euromediterraneo
della sostenibilità»,
 ha sottoscritto con Cia, ovvero Confederazione italiana agricoltura
 (alla cerimonia ha partecipato il presidente regionale, Antonio Barile),
 Coldiretti e Confagricoltura una convenzione a sostegno
 degli interventi di rilevazione sistematica degli ulivi della Puglia.
 Con Nicastro anche il dirigente del settore Ecologia, Francesco Matarrese.
«L’accordo - ha aggiunto Antonello Antonicelli, dirigente

 dell’assessorato all’Ecologia della Puglia - arriva dopo l'approvazione
 delle modifiche alla legge di tutela degli ulivi per dare il via alla fase
di censimento in loco delle piantea seguito del primo rilevamento satellitare.
Fotografare e catalogare in situ le piante vuol dire interagire
con i conduttori dei fondi agricoli, per questo abbiamo ritenuto importante,
  attraverso le associazioni di categoria, avviare un’azione di informazione
 agli agricoltori in merito al lavoro che stiamo svolgendo».
A Nicastro cono poi toccate le conclusioni: «Questa attività di informazione

e soprattutto di sensibilizzazione - ha detto - sarà l’occasione per avviare
le collaborazioni delle associazioni di settore che avranno come obiettivo
 quello di incontrare  gli agricoltori per condividere con loro la tutela
 delle piante monumentali  nell'ottica di uno sviluppo del sistema Puglia:
 sono a disposizione 48mila euro per seminari,
 convegni e workshop da utilizzare per educare chi ha la fortuna di avere
 una ricchezza infinita e inestimabile tra le mani». Sui temi della valorizzazione
 del cosiddetto oro verde va anche registrato che l’Oleificio cooperativo di Ostuni,
 presente con un proprio stand a «Mediterre», grazie a
  Confcooperative Puglia promuove il progetto«Turismolio: dall’Olivo all’Olio». 
Il progetto, che ha ottenuto il patrocinio
dell’assessorato alle Risorse agroalimentari della regione Puglia e
dell’assessorato alle Attività produttive del comune di Ostuni,
ha registrato dall’inizio dell’anno scolastico ben 700 presenze di bambini
 e ragazzi provenienti da tutta Italia, per scoprire il magico mondo
dell’olio extravergine di oliva.
 Nello stand dell’Oleificio cooperativo della Città bianca
 i visitatori hanno avuto informazioni su «Turismolio» e
degustare l’Oro di Ostuni, olio ottenuto da piante millenarie.

giovedì 22 dicembre 2011

Ulivo Secolare:Fronde,raccolta,olive,olio...e....


ft MarioRizzo

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Ulivi-Ulivo-Uliveti Secolari di Puglia...e...(foto ed immagini dal web)

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