1-ulivi prima della capitozzatura degli ulivi |
Ancora una volta sono gli alberi le vittime sacrificali dello “sviluppo” del nostro territorio.
Questa volta a pagarne le spese sono gli ulivi che presenti lungo la strada che collega Cocumola con Vaste. E’ stato battezzato il cimitero degli Olivi da un gruppo spontaneo di cittadini ed il circolo Legambiente di Otranto, promotori di un’iniziativa contro la “capitozzatura” degli ulivi.
Questa volta a pagarne le spese sono gli ulivi che presenti lungo la strada che collega Cocumola con Vaste. E’ stato battezzato il cimitero degli Olivi da un gruppo spontaneo di cittadini ed il circolo Legambiente di Otranto, promotori di un’iniziativa contro la “capitozzatura” degli ulivi.
L’operazione di capitozzatura di questi alberi risponde ad una finalità di “cambio colturale”, per favorire l’innesto di altre varietà di ulivo e sarebbe stata autorizzata dall’Ispettorato Agrario Provinciale, previa relazione di un agronomo.
Gli attivisti denunciano, attraverso un comunicato, una serie di paradossi. Innanzitutto, citando la legge n. 144 del 1951 che vieta l’abbattimento degli alberi di olivo, si chiedono come possa vietarsi l’espianto degli alberi e autorizzarsi la capitozzatura in tronco.
In secondo luogo denunciano che, mentre i Gruppi di Azione Locale (GAL) «invitano i proprietari di degli oliveti secolari ad aderire e a richiedere la potatura gratuita degli alberi di olivo in modo da non deturpare con potature scellerate le chiome e la vitalità di questi alberi, altrove si “autorizzano” simili scempi, capitozzature che cancellano il paesaggio agrario salentino in nome di una fantomatica conversione “colturale”!»
In secondo luogo denunciano che, mentre i Gruppi di Azione Locale (GAL) «invitano i proprietari di degli oliveti secolari ad aderire e a richiedere la potatura gratuita degli alberi di olivo in modo da non deturpare con potature scellerate le chiome e la vitalità di questi alberi, altrove si “autorizzano” simili scempi, capitozzature che cancellano il paesaggio agrario salentino in nome di una fantomatica conversione “colturale”!»
2-ulivi dopo la capitozzatura |
La preoccupazione degli attivisti inoltre riguarda la
possibilità che la pratica della capitozzatura possa diffondersi, deturpando
l’ambiente e snaturando la vegetazione. Il comunicato chiama
in causa anche gli agronomi locali:
«agronomi, è mai possibile che non vi siate mai, assieme al vostro
ordine, rivoltati contro questa barbarie e cercato di arrestare questo massacro
contro il patrimonio olivicolo e arboreo? Ma quale tutela del paesaggio
agrario!!! A questo punto se tutti gli olivetti dovessero subire quella pratica
di conversione “colturale”, ci troveremmo di fronte ad una barbarie
autorizzata».Viene ricordato programma LIFE adottato dalla Commissione
Europea nel 2010, coordinato dalla Direzione Generale dell’Ambiente, con cui si
propone di favorire la diffusione delle
«buone prassi ambientali tra gli olivicoltori, per ridurre al minimo
l’impatto negativo sull’ambiente, per minimizzare l’erosione del suolo, il
consumo delle risorse idriche, evitare la desertificazione, limitare
l’inquinamento della falda idrica a causa di fertilizzanti e pesticidi,
limitare i danni alla biodiversità di questi importanti sistemi agro-forestali
che costituiscono le foreste del Salento». E infine commentano: «altro che buona prassi per una ovicoltura
sostenibile ed eco-compatibile! Tra verità e menzogne, tra leggi di tutela,
deroghe e varianti di legge, il Salento muore sotto i tagli delle motoseghe».
Marcello Greco
foto di Roberto Gennaio
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