Ulivi
Una legge ne proibisce l'abbattimento ma negli ultimi
anni un nuovo business sta privando la nostra regione delle sue secolari
ricchezze
Purtroppo negli ultimi anni si assiste ad un nuovo
business: l'espianto e la vendita degli ulivi secolari che si acquistano,
spendendo dai 2 a 8-10 mila euro a pianta, per arredare i giardini del nord
Italia e dell'Europa centrale.
Ciò avviene nonostante le normative vigenti che
tutelano queste piante: una vecchia legge emanata da Umberto II è il decreto
legislativo luogotenenziale "Divieto di abbattimento di alberi
d'olivo" del luglio 1945.
In forza di questa norma per decenni gli ulivi, che
costituiscono un elemento così importante del paesaggio di alcune zone del
nostro Paese (solo in Puglia interessano una buona parte dei 360 mila ettari
olivetani e delle 60 milioni di piante presenti), sono stati protetti. Ma
oggi gli imprenditori agricoli, stremati dai scarsi ricavi e dalla forte
concorrenza di altri paesi del bacino mediterraneo produttori di olio,
preferiscono disfarsene..
Come si può essere competitivi se, a fronte di una
produzione scarsa ed alternante ed un continuo aumento dei costi di
produzione, non corrisponde un prezzo di mercato soddisfacente?
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Mario Rizzo :Ulivo secolare di Puglia, olio su tela cm80X110 |
Allora meglio consumare olio locale, quello del contadino
della porta accanto. Oppure, se si vuole acquistarlo al supermercato, optare
per gli oli "Dop" (Denominazione d'origine protetta), che sono
prodotti esclusivamente con olive di provenienza nazionale e non contengono
oli di incerta provenienza e che, nella maggior parte dei casi, sono
extravergini solo in virtù di un processo di rettificazione. Inoltre, quando
le piante di olivo secolari non prendono la "via del Nord", possono
comunque essere destinate a morire a causa della cementificazione: un'immagine
che sempre più spesso è possibile vedere nelle periferie (pugliesi ma non
solo), un tempo floride campagne, ed oggi aree ingurgitate dalla città a
causa dallo sviluppo dell'urbanizzazione.
Gli ulivi non si possono estirpare? Allora rimangono lì
ad essere soffocati dal cemento, spogliati ed umiliati con una potatura
estrema, che li priva della facoltà di produrre. E li rende inutili. I
giganti delle campagne rimangono con poche sparute foglie; spesso poi vengono
spostati di poche centinaia di metri. E qui lo scempio si fa ancora più
grande. Ulivi secolari piantati vicini e a file neanche fossero filari di
carciofo… magari in compagnia di qualche abete, giunto per caso lì dopo i
gloriosi fasti natalizi.
L'ulivo di Puglia è un patrimonio dell'umanità: salviamolo!
di Marco Argentieri
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