sabato 6 settembre 2014

Alberi! Ulivo creatura vegetale e misteriosa!

 
 

Non esiste creatura vegetale più bella e misteriosa dell’albero d’ulivo.
L’ulivo non ha la fierezza della quercia, albero maestoso che si erge alto fino a quasi toccare il cielo, non ce l’ha, “l’albero dell’olio” è tozzo, basso, spesso deforme, eppure una cosa lo accomuna “all’albero di roccia”, si tratta della forza.
I due alberi la esprimono sicuramente in modo diverso l’uno dall’altro, ma quel vigore è presente in entrambi i vegetali ed è ciò che rende entrambi resistenti allo scorrere dei secoli.
In effetti, ad uno sguardo sfuggente la forza dell’ulivo non è affatto  evidente, spesso il suo fusto è profondamente scavato, presenta larghi    squarci al suo interno e la sua posizione è talmente contorta da far credere che da li a poco il suo tronco potrebbe cedere alla forza del vento.
Eppur non cede e le sue radici rimangono aggrappate saldamente alla terra da cui è nato, con ostinazione, per secoli, addirittura millenni.
Ma l’albero d’ulivo ha un’altra caratteristica assente negli altri vegetali, questa pianta, che cresce rigogliosa in mezzo alle pietre e spesso in situazioni climatiche difficili, ha un “qualcosa” che la accomuna agli esseri umani.
Infatti, proprio come gli esseri umani, ogni pianta d’ulivo è diversa dall’altra, ognuna è facilmente riconoscibile perché dotata di qualche “segno particolare” e poi, esattamente come noi, la pianta d’ulivo dimostra tutta la sua vecchiaia: con il passare degli anni si incurva, si spacca, si contorce su se stessa nel tentativo di “resistere”, al vento, al sole, a tutte le fatiche della vita.
Anche i suoi frutti non hanno lo stesso sapore, dipende dagli anni, dal suo umore, forse da come ha “vissuto” sulla sua corteccia il tempo passato dall’ultima raccolta, ed è per questo che a volte le sue olive sono più acide, altre volte invece dolci come il miele e profumate.
Ogni albero è una scultura, osservando le pieghe del suo legno è facile risalire alla sua età e comprendere chiaramente le fatiche di cui si è fatto carico.
Sarà per questo che le storie del Vangelo ci raccontano di Gesù che scelse proprio l’ombra di un ulivo per la sua ultima preghiera prima del tradimento di Giuda, ed è forse per questo che al vecchio Noè fu mostrato proprio un albero d’ulivo per fargli sapere che la vita stava tornando sulla terra dopo il diluvio universale che aveva distrutto ogni cosa del creato.
Forse semplicemente l’albero d’ulivo è citato tanto spesso soltanto perché da sempre presente in quelle terre d’oriente così martoriate.
Se questa pianta avesse occhi e bocca chissà quanto potrebbe raccontarci, ed ancora oggi chissà cosa direbbe di questa guerra, costretto com’è dalle sue radici ostinate ad essere spettatore impassibile ed impotente, proprio come noi occidentali, di spettacoli di morte?
Saranno dolci o amari i frutti che gli ulivi di Gerusalemme ci doneranno quest’anno?
Proseguendo nella lettura troverete alcune mie foto di alberi d’ulivo, cliccare come sempre sulle immagini per ingrandirle:
http://www.doxaliber.it/
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