Questa immagine mi sta dentro come una malattia, come il fuoco di sant'Antonio: viene e va. Ci siamo ammalati in tanti...
Qui i bambini non ci vengono e i ragazzi si sfidano in prove di coraggio. La sembianza lascia sgomenti. Anche i contadini qualche volta dicono che si è mosso, ma non lo temono, anzi, vengono a mangiare da lui, seduti tra terra e tronco.
Lo chiamano drano o drane. Si tratta del drago-cane, bestie che abitavano la campagna ai tempi dei basilischi. Ora qua e là restano le sembianze degli alberi. Questa per ora è la migliore.
Si dice che più la figura è ben impressa più tempo è passato. Ma può anche essere che l'evento in memoria sia stato tanto forte e “impressionante” da creare una rappresentazione dettagliata in tempi assai brevi.
C'è anche chi dice che sia il comandante degli Ent di questa piana, e che quella sia soltanto la faccia prestata. Comunque sia, pochi sanno vedere la donna crocefissa al suo fianco.
Emilio FranciosoUlivi secolari di Puglia, Giganti del Mediterraneo